4 Lezioni Smart da Vita Vissuta: il caso del cliente “furbo”

4 Lezioni Smart da Vita Vissuta il caso del cliente furbo

4 Lezioni Smart da Vita Vissuta: il caso del cliente “furbo”

Nella vita come nella professione capita, e capiterà di incappare in quei clienti furbi che scelgono di non pagarti. Ti racconto un caso mio personale, e come ho scelto di reagire in modo smart.

Il Mercante è responsabile della prima truffa, della seconda, tuttavia, lo è il cliente.

Proverbio Cinese

Oggi vi parlo di un fatto reale, che mi è capitato, e di come sia importante, secondo me, scegliere la reazione giusta.

In fisica ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

In realtà anche nella vita è così, con la differenza che il tipo di reazione a volte non è uguale, a volte non è necessariamente contraria … a volte è assorbita dal “materiale” (persona) che riceve l’azione.

Vita vissuta; l’esperienza è capitata a me personalmente, nemmeno tanto tempo fa; quindi per oggi, niente lezioni imparate dai libri “PerConquistareIlMondo“, ma solo alcune lezioni che possiamo imparare e che ho piacere di condividere con tutti.

L’Antefatto

Qui in Sardegna, fino a non poco tempo fa, vigeva il Piano Casa.

Il Piano Casa è quella legge straordinaria, varata nel 2009 con l’accordo Stato-Regioni e finalizzata al rilancio dell’economia attraverso l’edilizia, che permetteva ai proprietari di immobili esistenti di ampliare il volume, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.

Fin dalla promulgazione della legge “Piano Casa”, ho scelto di studiare e di diventarne un punto di riferimento di questa materia nella mia regione.

E penso di esserci pure riuscito.

Questo mi ha permesso di

  • avere una grande esperienza sulla materia “Piano Casa”
  • avere una buona reputazione
  • avere clienti che, percependomi come esperto, mi sceglievano per competenza e affidabilità

E devo dire la verità, sempre (o quasi), sono riuscito a non deludere le aspettative.

Ma veniamo alla storia che vi voglio raccontare.

L’ennesimo cliente che sceglie di affidarsi a me per la progettazione del suo ampliamento volumetrico.

Il progetto di ampliamento volumetrico per l’immobile in questione ricadeva in ambito tutelato.

Dopo aver studiato e trovato una buona soluzione di ampliamento volumetrico in sopraelevazione (il vincolo paesaggistico riguardava la vicinanza al mare), gli Enti preposti alla tutela ci approvano il progetto indicando alcune piccole modifiche da effettuare.

Niente di che, sinceramente.

Il progetto era valido ed era stato validato come rispettoso del vincolo esistente.

E che succede?

Il committente, per motivi personali che ho ritenuto rispettoso non approfondire, mi chiede di non andare avanti con il progetto.

E decidiamo di non proseguire e lasciar decadere l’autorizzazione a costruire.

Il Fatto

Bene, fino a qui una storia normale di un progetto che, seppur approvato, per altri motivi si sceglie di non portare avanti.

A mio avviso questa decisone era poco sensata, ma la casa è del committente e i soldi per costruire sono i suoi, quindi era giusto rispettarla.

Lui, gentilmente, mi chiede il dovuto da corrispondere quale onere professionale per l’attività svolta.

Chiedo il quantum, come da contratto di convenzione di incarico professionale, e ricevo “picche”

Del tutto inaspettato, considerato che è stato lui a chiedermi “ingegnere, quanto le devo per il lavoro svolto fino ad ora?”.

Ci incontriamo, e mi chiede di ritenere il mio lavoro già pagato con la sola parte di acconto.

Generalmente non tendo a mercanteggiare. Quando qualcuno non intende pagarmi per il lavoro svolto, sono molto più audace nel avviare i percorsi di recupero del credito.

In questo caso specifico, non so perchè ma decisi di non proseguire.

Morale, dopo tutti i suoi discorsi e le sue motivazioni, ritiene di non dovermi corrispondere la parte dovuta.

Lavoro svolto. Lavoro portato a termine. Lavoro non pagato (totalmente … in realtà l’acconto l’avevo preso prima di iniziare).

Però, decido di non farmi il fegato marcio; non avevo voglia di litigare, non avevo voglia di avviare il recupero forzoso del credito, e decido di andare avanti e concentrare la mia attenzione su altri lavori.

Fino a qualche giorno fa.

Qualche giorno fa, ricapito in quella zona per motivi di svago (andavo al ristorante per cena), passo davanti alla casa del committente e vedo che il progetto è stato realizzato.

Il volume di sopraelevazione è stato realizzato, così come progettato da me; e pure con le modifiche imposte dagli uffici della tutela del paesaggio.

Vi lascio immaginare come mi sono sentito.

Fregato. Fott*to. Imbrogliato.

Desideravo Sangue. Desideravo Vendetta.

Lezione #1: Sii Razionale. Non Fare Nulla di Impulsivo. Non Fare Nulla di Stupido.

Non c’è tanto da dire.

Devi essere razionale.

Alla mia sete di vendetta, ho scelto di reagire in modo razionale.

Aspettare.

Aspetta che passi la sete di vendetta.

Aspetta che ti passi la voglia di chiamare l’avvocato.

Aspetta che ti passi l’incazzatura.

Dopo che smetterai di vedere “rosso”, e tutto diventerà più lucido e chiaro.

La scelta, razionale e giusta, è stata non fare nulla durante il momento emotivo.

Quel che fai durante il momento emotivo è certamente un errore.

Stai fermo. Non fare nulla. Soprattutto, non fare nulla di stupido.

Lezione #2: Ragiona per Scenari Futuri

Se sei riuscito, come me, a non fare nulla di stupido dettato dalla prima fase emotiva, non ti resta che scegliere come agire da ora in poi.

E per aiutarti a decidere, puoi imparare a ragionare per scenari futuri.

Eh sì … come negli scacchi.

Negli scacchi, quando devi scegliere la tua prossima mossa, non puoi non pensare a come reagirà il tuo avversario e quali altre mosse avrà a sua disposizione.

Idem nella vita.

Capire da subito quale sarà la più probabile mossa di quello che potrebbe essere il tuo avversario, ti aiuterà a scegliere la tua prossima mossa in modo che sia focalizzato sull’obiettivo che vuoi raggiungere.

Ecco le possibili mosse che mi sono venute in mente:

  • Gli rigo la macchina
  • Mi faccio giustizia alla vecchia maniera
  • Gli mando la lettera dell’avvocato
  • Avvio il recupero forzoso del credito, anche senza preavviso dell’avvocato
  • Sento l’ex cliente per “dirgliene quattro”
  • Non faccio nulla

Bene … ora che ho elencato tutte le opzioni che mi sono venute in mente, ecco le stesse con le possibili conseguenze e reazioni.

  • Gli rigo la macchina —> mi arrestano. no buono. 😂
  • Mi faccio giustizia alla vecchia maniera —> mi arrestano. no buono. 😂
  • Gli mando la lettera dell’avvocato —> risponderà con la lettera del suo legale, e avviamo un certamente un contenzioso. d’altronde, se non mi ha voluto pagare prima, non mi pagherà (per coerenza con sé stesso) nemmeno dopo la lettera del legale. Vantaggi per me? Forse dopo aver speso altro tempo, risorse mentali, fegato gonfio, e soldi per l’avvocato … e dico forse … recuperò la somma dovuta, che detratto quanto mi sarebbe costato, non rimarrebbe nulla (o quasi). Svantaggi? Tanti. Tempo, risorse mentali, soldi, altro tempo, fegato, ecc… Naaa, bocciata anche questa.
  • Avvio il recupero forzoso del credito, anche senza preavviso dell’avvocato —> idem come il punto sopra.
  • Sento l’ex cliente per “dirgliene quattro” —> in questo caso soddisfo il mio ego. Aahh , che bello. Dopo avergliene detto quattro starò molto meglio. Vantaggi? Soddisfazione temporanea. Effimera. Svantaggi? Ho un nuovo nemico in città 😂
  • Non faccio nulla —> Vantaggi? Non mi arrestano. Non perdo tempo. Non perdo soldi (altri soldi, oltre quelli che non ho già preso). Non perdo fegato dal nervoso. Non ho un nuovo nemico in città. Ma soprattutto, io sono uscito dalla situazione come un signore, e nessuna azione sconsiderata mi farà cambiare reputazione. Svantaggi? Non soddisfo il mio ego.

Fai la cosa giusta.

Fai l’unica cosa smart di questo elenco.

Non fare nulla.

E io non ho fatto nulla.

PS: ovviamente la scelta di come agire, ma fin da subito, dipende da quanti soldi devi recuperare. Per poca roba, agisci in un modo. Se le somme iniziano ad essere importanti, ha senso avviare il contenzioso. Se le somme sono alte, devi recuperarli.

Lezione #3: Non Puoi Evitare Che le Persone si Comportino da Strz, Ma Puoi Scegliere Come Reagire.

Ricorda: la tua vita dipende al 10% da quello che ti succede, e al 90% da come reagisci.

Anonimo

Un’altra lezione importante che puoi imparare è che non puoi evitare il comportamento delle persone.

Puoi fare due cose:

  • agire in modo preliminare per evitare che si comportino da stronz*
  • scegliere come reagire quando si comportano da stronz*

Eh sì, l’unico modo per sperare che non succeda è comportarsi in modo da non dare occasione affinché si comportino da stronz*.

E quando succede, non ha alternativa se non scegliere come reagire.

Nel mio caso specifico, penso di essermi comportato fin dalla prima fase per evitare che il committente facesse lo stronz*, eppure è successo.

Ora non mi rimane che scegliere come reagire; ma se voglio evitare e prevenire determinate situazioni, posso scegliere anche di non avere nessuna reazione se non quella di ignorare e andare avanti.

Lezione #4: Fai Un Esame Di Coscienza e Chiediti Dove Hai Sbagliato

4 Lezioni Smart da Vita Vissuta il caso del cliente furbo - esame di coscienza

E siamo giunti alla fine.

L’ultima lezione, importante, che possiamo apprendere da questa storia è che, passate la fase emotiva e scelto di reagire in modo smart, non ci resta che fare un esame di coscienza per cercare di comprendere dove abbiamo sbagagliato.

Mi sarei potuto comportare diversamente?

Sì.

Forse ho sbagliato all’inizio e non dovevo, come faccio generalmente, cedere alla richiesta di non corresponsione del dovuto.

Ho lavorato, era giusto che fossi pagato così come prevedeva il nostro contratto.

Ritengo, invece, di non aver sbagliato dopo.

Non ho sbagliato ad avviare il contenzioso legale; non ho sbagliato a non chiamare il committente per sfogare la rabbia; non ho sbagliato a scegliere di andare avanti e non farmi il fegato marcio.

Non è facile, ma se ti liberi dei pensieri di vendetta, se ti scegli di non dare peso al mancato riconoscimento del lavoro svolto, se ti liberi del desiderio di “dirgliene quattro”, riuscirai a vivere meglio.

E’ solo un’altra esperienza da mettere a bagaglio.

E ti tolgo dall’imbarazzo: non è il primo o l’ultimo che mi ha fregato, o che proverà a fregarmi.

Posso solo fare ammenda, cercare di capire i miei errori, e nel futuro, agire preliminarmente per evitare che ricapiti.

Un’esperienza simile la puoi trovare anche nei ice casino: quando analizzi le tue azioni e reazioni per capire come giocare meglio. Lì puoi anche imparare a determinare quando correre un rischio e quando trattenersi saggiamente. Un casinò è un luogo dove puoi trovare divertimento e relax in una varietà di giochi e promozioni. Apre le porte al mondo dell’intrattenimento e ti dà l’opportunità di godere di bonus che arricchiranno le tue opportunità di gioco. Questo è un ottimo modo per allontanarsi dalla vita di tutti i giorni e godersi il tempo libero in un’eccitante atmosfera da casinò

E tu, vuoi raccontarmi qualche esperienza con qualche cliente “furbo”? E come hai reagito?

Scrivi nei commenti.

Sono curioso 😁

2 commenti
  1. Luigi Buttini
    Luigi Buttini dice:

    Non capisco la parte che va dalla approvazione (rilascio del PdC) del progetto architettonico, alla sua effettiva esecuzione, in quanto manca tutta la parte relativa all’inizio lavori (PSC, Capitolati, appalto), Dia per le opere strutturali, direzione lavori (che è obbligatoria). Il cliente ha eseguito il tutto avvalendosi di altri professionisti? Il cliente ha eseguito i lavori senza adempiere agli obblighi in materia di deposito strutturale? Il cliente ha ultimato i lavori senza collaudo e agibilità? Avresti potresti potuto bloccargli i lavori, fargli perder validità al Titolo edilizio con una puntuale segnalazione all’Ipsettorato del Comune e magari nel frattempo anche l’agibilità delle opere realizzate.
    Forse non ti pagherà per ciò che ti deve, ma come si dice sai quanto ti costa affidarti ad un professionista, ma non sai quanto ti costerà affidarti ad un dilettante.

    Rispondi
    • Enrico
      Enrico dice:

      Ciao Luigi.
      Sì, penso che si sia affidato ad altri professionisti (almeno lo spero!). A quel che hai, correttamente, indicato tu, aggiungo che il collega/colleghi che sono intervenuti successivamente, avrebbero dovuto accertarsi, almeno per codice deontologico, che il precedente professionista sia stato retribuito per il lavoro svolto. Io mi accerto ogni volta.
      Hai detto bene … “avrei potuto” … ma ho scelto, in questo caso, un approccio diverso. Spesso accettare una “piccola” perdita significa ridurre la perdita stessa!

      Rispondi

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