Il Principio Di Cassa nella Libera Professione

Il principio di cassa è una di quei concetti che, in qualità di professionisti con partita iva, non possiamo ignorare. E dobbiamo conoscere per evitare possibili problemi.

Fatturare” non è una pratica del satanismo.

Frase letta sul web

Premetto che non sono un fiscalista, quindi questa non vuole essere (e non sarà) una trattazione esaustiva sulla materia, nè andremo a trattare chissà quali aspetti particolari del principio di cassa.

Il mio intento è quello di spiegarvi cosa sia il principio di cassa, perchè è importante conoscerlo, e che cosa potrebbe succedere qualora non lo considerassimo a dovere, per quello che rappresenta.

L’articolo sarà volutamente più breve del solito, per concentrare la nostra attenzione sul principio di cassa e su alcuni possibili errori che dobbiamo evitare per avere problemi con il fisco.

Non essendo un fiscalista, mi scuso in anticipo per alcune imprecisioni che ci potranno essere.

Il Principio di Cassa nella Professione dei Tecnici Smart. Che cos’è?

Che cos’è il principio di cassa?

E’ quel principio contabile secondo il quale un introito deve essere contabilizzato (a qualunque fine, impositivo, reddituale, ecc…) solo nel momento in cui si ha il movimento in ingresso (incasso).

La sola emissione di una fattura, pertanto, non genera un principio di cassa.

Il pagamento di quella fattura, quindi l’effettivo incasso, è quello che determina se quelle somme devono essere contabilizzate.

Analogamente per le spese: ricevere una fattura, ma non pagarla non determina una spesa.

La fattura si trasformerà in una spesa da contabilizzare solo nel momento in cui la pagheremo.

Il Principio di Cassa: E’ Obbligatorio per i Professionisti?

smartingegnere principio di cassa ingegnere architetto geometra

Il principio di cassa non è qualcosa che si può scegliere.

Se sei un libero professionista, è un principio contabile che si applica alla tua contabilità.

A prescindere dal fatto che tu sia un professionista in regime forfettario o in regime ordinario.

Non si applica alle società, alle quali si applica il principio di competenza.

Le società, siano esse di persone o di capitale, invece applicano il principio di competenza, il quale prevede che un guadagno o una spesa si concretizzano nel momento di realizzazione, e non nel momento di emissione della fattura e nemmeno nel momento di pagamento delle stesse.

Ma non è argomento di questo articolo, quindi torniamo al nostro principio di cassa per i liberi professionisti.

Principio di Cassa: Perchè è importante rispettarlo?

Vabbè … è importante sicuramente perché è un principio contabile obbligatorio, e non facoltativo. Quindi è un obbligo di legge rispettarlo.

Ma perché è così importante conoscere il principio di cassa? Lo vediamo nel prossimo paragrafo.

Il Principio di Cassa: L’avviso di parcella prima della fattura

smartingegnere principio di cassa ingegnere architetto geometra principio di competenza

Il professionista, come abbiamo detto, ha l’obbligo di emissione della fattura una volta ricevuto il pagamento.

Se emette una fattura prima della ricezione del pagamento, questa non rientra nella contabilità dell’anno in corso fino al momento dell’effettiva ricezione del pagamento.

Il consiglio è quello di emettere, quindi, documenti non fiscali come avvisi di pagamento, avvisi di parcella, pre-notule, ecc… (chiamateli come volete), a cui seguirà la fattura fiscale una volta ricevuto l’effettivo pagamento.

Purtroppo non è sempre possibile.

Mi vengono in mente alcuni casi frequenti per i quali non è possibile emettere documenti non fiscali per ricevere un pagamento.

Il primo è quello del professionista che esegue la prestazione per una pubblica amministrazione.

La PA sappiamo che procederà al pagamento solo dopo l’emissione del documento fiscale (fattura) regolarmente trasmesso al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

Un altro caso frequente per il quale ci chiedono la fattura prima del pagamento sono le detrazioni fiscali: per una “pulizia” in materia di detrazioni fiscali, infatti, il committente preferisce effettuare un bonifico parlante nel quale sia richiamato un documento fiscale e non un documento non fiscale (e come dargli torto!).

Altri casi possono essere quelli di alcune grosse società che preferiscono, sempre per una questione di pulizia e ordine contabile interno, pagare solo una volta ricevuta una fattura fiscale, e non un documento non fiscale, in modo da non dover “inseguire” il professionista distratto che poi non emette la fattura.

In linea generale, laddove possibile, il mio consiglio è quello di emettere un documento non fiscale e far seguire la fattura fiscale solo dopo l’effettivo pagamento, nel pieno rispetto del principio di cassa.

Il Principio di Cassa: Alcuni Errori da Evitare

Conoscere il principio di cassa è molto utile per evitare alcuni errori che ci possono costare caro.

Sappiamo che è un incasso quel che ci impone di emettere fattura.

Il primo errore da evitare è quello di emettere fatture e considerarle pagate anche se non lo sono.

Se commettiamo questo errore, non stiamo rispettando il principio di cassa e ci troveremo a pagare imposte (qualunque sia il nostro regime fiscale) non dovute.

principio di cassa ingegnere architetto geometra

Il secondo errore da evitare è quello di non pianificare correttamente la propria fiscalità, e magari uscire dal regime forfettario per pochi euro.

Senza incorrere in condotte elusive, possiamo utilizzare questo principio per rispettare i limiti imposti dal regime forfettario.

In questo caso, l’anno successivo avremo un regime fiscale differente, con tassazioni nettamente differenti, tali per cui lasciare il regime forfettario per pochi euro può essere un errore di pianificazione finanziaria che si pagherà molto caro.

In un altro articolo, farò degli esempi di calcolo dove vedremo quando è conveniente uscire dal regime forfettario, e sotto quale soglia, invece, diventa un bagno di sangue.

Ovviamente tutti speriamo di poter uscire dal forfettario, perché significa che il nostro lavoro sta andando molto bene: essere attenti al principio di cassa e fare un po’ di pianificazione (anche nell’uscita dal regime) è qualcosa a cui dobbiamo prestare attenzione se teniamo ai nostri soldi.

Una particolare attenzione (quindi non necessariamente un errore) è quello che capita con le fatture e i compensi ricevuti a fine anno, ancora peggio se a cavallo d’anno.

Capita spesso con i lavori che beneficiano di detrazioni fiscali: il committente si trova ad effettuare il pagamento gli ultimi giorni dell’anno (magari proprio il 31 dicembre) e noi riceviamo le somme i primi giorni dell’anno successivo.

Il principio di cassa vorrebbe che le somme siano da contabilizzare solo quando effettivamente nella disponibilità del professionista; e ci sono pure dei chiarimento dell’Agenzia delle Entrate che lo confermano.

Tuttavia, la tessa Agenzia si smentisce in altre occasioni, andando ad imporre al professionista (è capitato in un contenzioso tributario tra un professionista e l’Agenzia stessa) di dover contabilizzare le somme entro l’anno, ancorchè non disponibili nel suo conto solo perché il solo avviso del committente di avvenuto pagamento determina il compenso per il professionista (molto discutibile come concetto).

Mah … l’Agenzia dice bianco o nero a seconda dei casi … su questo non ho una risposta definitiva. Sarà il vostro commercialista ad indicarvi quale sia l’impostazione corretta del principio di cassa per i pagamenti ricevuti a cavallo d’anno.

Il Principio di Cassa: Sintesi Smart

Dicono che le tasse sono inevitabili, come la morte. Almeno la morte non arriva ogni anno.

John Stossel

Il principio di cassa in breve:

  • è il principio contabile prevede che sia l’effettivo incasso per considerare un guadagno, così come l’effettiva uscita per considerare una spesa
  • è obbligatorio per i liberi professionisti; le società, invece, vanno secondo il principio di competenza
  • il principio di cassa ci può aiutare nella pianificazione finanziaria
  • il principio di cassa ci può aiutare a non pagare tasse non dovute, o versare iva non dovuta
  • l’obbligo di emissione della fattura è dopo la ricezione del pagamento (prima è una scelta)
  • è consigliabile emettere un avviso di parcella (non fiscale), ed emettere la fattura (fiscale) solo dopo la ricezione del pagamento

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UrbisMap Premium WMS Foto Aeree, Strumento Misura, Layout di Stampa

UrbisMap Premium WMS Foto Aeree, Strumento Misura, Layout di Stampa

Ho preparato un video dove vi mostro le nuove funzioni di UrbisMap Premium.

UrbisMap è un geoportale con l’obiettivo e l’ambizione di pubblicare sulle foto aeree tutta l’informativa urbanistica, catastale, e vincolistica relativa al territorio italiano.

Ad oggi lo strumento è molto utilizzato da tantissimi tecnici e operatori in genere che ruotano attorno al mondo dell’edilizia e dell’urbanistica.

Con questo video ti mostro le nuove funzioni messe a disposizione dell’abbonamento di UrbisMap Premium.

Strumento Misura

Lo strumento di misura permette di effettuare le misurazioni direttamente nella mappa.

Si hanno a disposizione, per lo strumento misura , diverse possibilità:

Strumento Foto Aree di Tutta Italia, in WMS

urbismap premium wms foto aeree

Grazie allo strumento di richiamo dei servizi WMS, si possono visualizzare direttamente in UrbisMap le foto aree messe a disposizione dalle singole regioni.

Questo strumento è molto utile per verificare l’esistenza di alcuni volumi nel tempo, così da riuscire a provare a datare in modo storico un determinato volume.

E’ molto utile, per esempio, anche per capire come si è evoluta una determinata area nel tempo, e visionare la stessa con la sovrapposizione delle pianificazioni comunali o con la sovrapposizione della vincolistica dell’area interessata

Ad oggi sono presenti:

  • Abruzzo 2018
  • Abruzzo 2013
  • Abruzzo 1997
  • Basilicata 2020
  • Basilicata 2013
  • Campania 1998
  • Emilia Romagna 2020
  • Emilia Romagna 2018
  • Friuli Venezia Giulia 2020
  • Friuli Venezia Giulia 2012
  • Lazio 2014
  • Lazio e Umbria 2008
  • Liguria 2019
  • Liguria 2016
  • Liguria 2013
  • Liguria 2010
  • Liguria 2007
  • Lombardia 2018
  • Lombardia 2015
  • Lombardia 2012
  • Lombardia 2003
  • Lombardia 1998
  • Lombardia 1975
  • Marche 1998
  • Marche 1978
  • Piemonte 2015
  • Piemonte 2018
  • Puglia 2019
  • Puglia 2016
  • Puglia 2015
  • Puglia 2010
  • Puglia 2006
  • Sardegna 2019
  • Sardegna 2016
  • Sardegna 2013
  • Sardegna 2010
  • Sardegna 2006
  • Sardegna 2003
  • Sardegna 1998
  • Sardegna 1997
  • Sardegna 1977
  • Sardegna 1968
  • Sardegna 1954
  • Sardegna 1940
  • Sicilia 2013
  • Sicilia 2000
  • Sicilia 2008
  • Toscana 2021
  • Toscana 2019
  • Toscana 2016
  • Trentino (Bolzano) 2020
  • Trentino (Bolzano) 2017
  • Trentino (Bolzano Ghiacciai) 2016
  • Trentino (Bolzano) 2015
  • Trentino (Bolzano) 2014
  • Trentino (Bolzano) 2011
  • Trentino (Bolzano) 2008
  • Trentino (Bolzano) 2006
  • Trentino (Bolzano) 2003
  • Trentino (Bolzano) 1999
  • Trentino (Bolzano) 1992
  • Trentino (Bolzano) 1982
  • Umbria (Tevere e Trasimeno) 1013
  • Umbria 2011
  • Umbria e Lazio 2008
  • Umbria 2008
  • Umbria 2005
  • Umbria 2000
  • Umbria 1997
  • Valle d’Aosta 2012
  • Veneto 2012
  • Italia 2012
  • Italia 2006
  • Italia 2000
  • Italia 1994
  • Italia 1988
  • Italia Ortofoto Capoluoghi

Strumento Generazione Layout e Stampa in PDF e in DWG

Con lo strumento di creazione del Layout, si potrà scegliere

  • la dimensione del foglio A4 e A3 e a breve anche A2 e A1
  • l’orientamento del foglio: orizzontale o verticale
  • la divisione in quadranti del foglio (un quadrante, due quadranti orizzontali o verticali, o quattro quadranti). All’interno di ogni quadrante si potrà scegliere il tematismo da visualizzare e la scala desiderata.
  • Una volta scelte tutte le opzioni, e inserito un titolo al layout, si potrà generare una pagina da stampare in pdf, o scaricare un DWG. Il DWG conterrà al suo interno il richiamo alle immagini impostate nel generatore di layout

Strumento Ricerca dati Catastali e WMS in tutta Italia

Lo strumento consente di effettuare ricerche catastali tramite censuari, quindi foglio e mappale, in tutta Italia grazie al collegamento tra UrbisMap premium e il sistema dell’Agenzia delle Entrate.

Cliccando sull’icona a forma di globo, posizionata affianco alla barra di ricerca per indirizzo o coordinate, apparirà la finestra di dialogo in cui poter selezionare i dati del proprio censuario: regione, provincia, comune, foglio e particella. Dopo aver inserito il comune, per aumentare il livello di sicurezza, il sistema chiederà di digitare il captcha.

Una volta inseriti tutti i dati, cliccando su “cerca”, UrbisMap chiuderà automaticamente la finestra per posizionare sulla mappa la particella ricercata, evidenziandone la posizione tramite un puntatore blu.

In sovrapposizione verrà visualizzato il WMS del catasto, il quale in trasparenza mostrerà la cartografia catastale, quindi la particella ricercata con i relativi numeri di Foglio e Particella.

Vuoi Approfondire tutte le Possibilità di UrbisMap Premium?

Se vuoi approfondire le possibilità offerte da UrbisMap Premium, puoi visitare questo link dal quale puoi anche acquistare la versione Premium per uno o due annualità.

Esempio di Lettera Incarico Professionale

In questo articolo vi condivido una lettera di incarico professionale adatta per ingegneri, architetti, geometri, in formato word modificabile

Patti Chiari, Amicizia Lunga

Proverbio Popolare

In questo articolo vediamo come è strutturata una lettera di incarico professionale per le professioni tecniche.

La lettera di incarico professionale è adatta a ingegneri, architetti e geometri.

E’ basata (con qualche piccola leggera modifica) su un documento di esempio messo gentilmente a disposizione dal CNI che si può facilmente reperire in rete.

In questo articolo vediamo la sua macrostruttura e quali sono gli elementi che devono essere disciplinati affinché la lettera di incarico professionale svolga correttamente la sua funzione, ovvero quella di disciplinare il rapporto tra committente e professionista.

#1 – Generalità e Scopo della Lettera di Incarico Professionale

Nella parte iniziale della lettera di incarico professionale si descrivono le “parti” che avviano un rapporto.

Da una parte il committente che affida al professionista qualche attività professionale, meglio descritta più avanti, per dei lavori edili che saranno da eseguire sull’immobile.

E’ opportuno identificare bene il committente e tutte le sue generalità, ivi compreso il titolo che vanta sull’immobile; anche le generalità del professionista sono importanti, con l’indicazione della polizza professionale obbligatoria.

In ultimo, ma non meno importante, viene identificato l’immobile, così da iniziare a definire il corretto perimetro dell’incarico.

Un altro elemento importante che si trova nelle premesse della lettera di incarico professionale è il rispetto del codice deontologico: questo rispetto viene assolto verificando, tramite dichiarazione del committente, che l’incarico professionale non è stato assegnato ad altro tecnico.

#2 – Prestazioni Incluse e Prestazioni Escluse

E’ importante essere precisi sulle prestazioni incluse nella lettera di incarico professionale e quelle che sicuramente sono escluse.

Al di là di quanto viene scritto, accertatevi sempre che il committente le abbia lette e capite, e soprattutto sia edotto su quelle che sono necessarie, ma escluse.

Sarà lui a scegliere se integrarle nello stesso incarico o se rivolgersi ad altro professionista.

Altro aspetto che non viene scritto ma che secondo me è di fondamentale importanza è la prestazione “attesa”: è importante accertarsi che il committente e noi professionisti siamo allineai su quello che è il significato delle parole.

Spiegate bene cosa si intende per le varie prestazioni, prestando particolare attenzione alle Direzione dei Lavori, che per esperienza si posiziona nella testa del cliente come prestazione attesa di una figura che deve stare in catienre h24.

Ovviamente non è così!

C

#3 – Compenso e Tempi di Pagamento

giphy

La corretta indicazione del compenso è tanto importante quanto le tempistiche di pagamento.

Cercate di gestire le tempistiche di pagamento lavorando, laddove possibile, sempre in acconto in modo da ridurre al minimo la possibilità di inciampare in quei clienti disonesti che vorrebbero cercare di non pagarvi il lavoro.

#4 – Recesso e … che fare il caso di litigio?

Una volta iniziata una lite nessuno saprà quello che accadrà.

Cicerone

Una buona lettera di incarico professionale deve sempre prevedere le modalità di uscita di una delle parti.

Soprattutto negli incarichi professionali, che sono incarichi di fiducia, quando una delle parti perde la fiducia deve avere la possibilità di uscire dal rapporto.

Una buona lettera di incarico professionale traccia la strada prima che le cose accadano, in modo tale che, quando queste avverranno e se avverranno, le parti sono già edotte su come si dovranno comportare per poter liberarsi della controparte.

Nei casi più spiacevoli, c’è il rischio di finire con il litigare.

Anche per i casi più antipatici, definire in anticipo e di comune accordo come ci si dovrà comportare e quale sarà la strada da percorrere, nei limiti del possibile, è molto importante.

Una strada ben tracciata permetterà ad entrambi di “uscire” dal rapporto, anche per il tramite di legali, consapevoli delle tutele di cui entrambi si necessita.

Compila il Form Sottostante per Scaricare la Lettera di Incarico Professionale in Formato Modificabile

Spero che possa esserti utile.

Ricordati che riceverai un link ad un file modificabile scritto su Google Docs .

Dal menu File, puoi selezionare

  • Crea una Copia, per avere una copia modificabile nel tuo account di Google Drive, oppure
  • Scarica in formato Word, per avere una copia digitale sul tuo PC e poterla modificare a tuo piacere

Ingegnere: Come Fare un Preventivo. 5 Tecniche Efficaci

Ingegnere: come fare un preventivo. Cinque tecniche per stimare qual è l’onorario corretto da richiedere al committente per la prestazione desiderata

Vendimi Questa Penna

The Wolf of Wall Street

Un tempo c’erano le tariffe minime

E, immagino, che ci fosse poco da sbagliare e stimare quale fosse un onorario corretto per la propria prestazione d’opera fosse semplice.

Lo immagino perché è un qualcosa che io non ho vissuto; qualche anno prima che io avessi l’abilitazione ad esercitare la professione dell’ingegnere, arrivò il decreto “concorrenza” del sig. Bersani, che liberalizzò il quantum fosse possibile richiedere per le proprie prestazioni tecniche.

In entrambi i mondi, il prima con le tariffe professionali minime, e il dopo, hanno degli aspetti positivi e negativi.

Se da una parte i minimi garantivano che le professioni venissero svilite, vedendo riconosciute parcelle ridicole a professionisti con responsabilità altissime, dall’altra il sistema dovrebbe (almeno in teoria) essere diventato più meritocratico.

In teoria (e lo ripeto … in teoria), se sei bravo ti pagano di più e se non lo sei chiederai un importo inferiore.

Bah … da bravi ingegneri, sappiamo che tra la teoria e la pratica c’è un abisso.

Oggi, che siamo nel mondo del “dopo le tariffe minime“, dobbiamo capire quanto farci pagare per le nostre prestazioni.

E quando ho iniziato con la professione, non vi nego, di aver avuto difficoltà a rispondere a queste domande:

Per questo lavoro, quanto è giusto chiedere?

Per un APE, quanto posso chiedere?

Per un progetto “Piano Casa”, qual è l’onorario giusto?

Tutte domande a cui non si sa rispondere, se non con l’aiuto di qualcuno.

La prima azione da compiere, per aiutarti a rispondere a queste domande è chiedere a qualcun altro.

Pronto Gigi … ciao … quanto chiedi tu per un APE?

Ma guarda… è una ca**ata da fare … 50 euro.

Capirete da soli quali sono i limiti di questa strategia: non possiamo delegare all’amico che, seppur sembri più esperto di noi, ancora non ha capito quanto vale il suo lavoro.

ingegnere come fare un preventivo calcolo onorario professionale

Ok, ora che abbiamo anche la rappresentazione del nostro amico Gigi, e sappiamo con certezza che non è opportuno seguire i suoi consigli, vi illustro alcuni metodi di stima del vostro onorario professionale, che sia coerente con il mercato locale.

Eh sì … quando vi chiedono un preventivo, spesso dovete tenere conto del “costo di mercato” di una vostra prestazione.

Ma andiamo con ordine.

Ecco cinque metodi pratici (che non significa che siano gli unici, o quelli corretti) per stimare il vostro onorario professionale.

Tecnica #1 – Ingegnere: Come Fare un Preventivo – Calcolo del Costo Vivo e del Tuo Tempo

Ingegnere Come Fare un Preventivo - costo orario

Uno dei metodi più semplici è stimare quanto tempo ci si impiega a svolgere l’attività.

Partiamo subito con un esempio pratico: un Attestato di Prestazione Energetica di un appartamento standard di 80 mq, senza particolari difficoltà di calcolo.

Dovremo stimare:

  • costo vivo per il sopralluogo/spostamenti
  • stima del tempo necessario che impiegherai a svolgere la prestazione
  • costo vivo per eventuali stampe da consegnare

Al netto dei costi vivi da sostenere (carburante, stampe, ecc…), che potete calcolare da soli, la parte difficile è la stima del tempo impiegato e, come vediamo dopo, il corrispettivo da applicare alla singola ora.

Siamo ottimisti per natura, e pensiamo che “se tutto va bene“, non ci si dovrebbe impiegare più di quattro ore per il sopralluogo e l’elaborazione.

Bene … ora che stai che puoi preventivare quattro ore del tuo tempo lavorativo, devi stabilire un compenso orario che possa essere remunerativo anche della responsabilità che la firma sopra un documento comporta.

Ma come stabilire quanto costa una propria ora?

Vediamo alcuni scenari possibili

SCENARICOSTO ORARIOTOTALE preventivo (4h)TASSE e inarcassa (30%)UTILE netto
SCENARIO 1 – bar10 €/h40 €12 €28 €
SCENARIO 2 – cena e ricarica del cellulare25 €/h100 €15 €85 €
SCENARIO 3 – cena romantica50 €/h200 €60 €140 €
SCENARIO 4 – forse forse75 €/h300 €90 €210 €
SCENARIO 5 – probabile?100 €/h400 €120 €280 €
SCENARIO 6 – difficile200 €/h800 €240 €560 €
SCENARIO 7 – ostriche e champagne500 €/h2000 €600 €1400 €

Nella tabella di sopra, ho voluto ipotizzare alcuni costi orari che possiamo valutare; dalla tabella si capisce quanto dovremo chiedere al committente, quanto ci si pagherà (più o meno di tasse) e quanti euri ci entreranno in tasca.

Scenario 1 “bar” – Se chiediamo una cifra oraria pari a quella di chi lavora in un bar (10 €/ora), in tasca non ci rimarrà altro se non una cifra (28 €) paria quella che possiamo spendere in un pub per un giro di birra con gli amici. Direi che questa ipotesi è meglio scartarla perchè svilisce il lavoro, e non vi rende nulla se non la responsabilità che comunque vi rimane per aver firmato l’Attestato. Bocciato!

Scenario 2 “cena e ricarica del cellulare” – Qui stiamo salendo di livello, ma senza grandi pretese. Idem come sopra, con la differenza che potremo permetterci non più il giro di birra al pub, ma una cena in solitario con una ricarica del cellulare. Scenario Bocciato!

Scenario 3 “cena romantica” – Andiamo sempre più su. Almeno in questo scenario, ti rimarrà una cifra per portare la tua metà (che sia un lui o una lei) a cena fuori. Bocciato? umh .. direi che si può valutare.

Scenario 4 “forse forse” – Con lo scenario “forse forse“, si può iniziare a fare un “pensierino” sulla cifra corretta da inserire nel preventivo. In realtà, probabilmente, si potrebbe stare anche in una vai di mezzo tra lo scenario 3 e il 4.

Dallo scenario 5 “probabile?”, si inizia a dare veramente un senso al proprio lavoro. Purtroppo ci si deve scontrare con il mercato.

Questo non significa che non possiate chiedere quanto previsto dallo scenario 6 “difficile” o, ancora meglio, quanto previsto dallo scenario 7 “ostriche e champagne”.

Tuttavia vi dovete ricordare che il vostro obiettivo non è solo quello di fare un preventivo, ma quello di prendere un lavoro che sia, per voi, appagante anche a livello economico.

Ed è chiaro che non si può non tenere conto del costo di mercato.

Ma il “costo di mercato” è la prossima tecnica che valuteremo per fare un preventivo.

Tecnica #2 – Ingegnere: Come Fare un Preventivo – Il Costo di Mercato

Il mercato è un luogo appartato dove gli uomini possono ingannarsi l’un l’altro.

Diogene Il Cinico

Inutile dire che, per attività professionali standard, dove il valore aggiunto del committente è molto basso, non si può non tenere conto del “costo di mercato” dell’attività che dobbiamo preventivare.

Mi spiego meglio.

Il 90% delle volte che qualche cliente vi chiederà un Attestato di Prestazione Energetica (superbonus escluso), è perché ha bisogno del pezzo di carta per

  • vendere l’appartamento
  • affittare l’appartamento

Anche se voi siete i migliori calcolatori di Prestazioni Energetiche degli edifici; anche se voi siete dotati di termocamera, termoflussimetro, e di tutti gli strumenti di diagnostica per effettuare l’Attestato di Prestazione Energetica veritiero e perfetto, al committente importerà solo una cosa:

  • spendere il meno possibile per l’ennesima incombenza burocratica

Nella testa della maggior parte delle persone, la vostra attività sarà solo l’ennesima trovata del legislatore per far lavorare tutti giovini tecnici che le università sfornano.

Senti … ti do duecento euro … tanto fa tutto il software cliccate due tasti, pipipi … non fate nulla … Sei già fortunato che mi serve urgente e non ho tempo di mercanteggiare. E ci sto pure rimettendo.

Ingegnere Come Fare un Preventivo - ci sto rimettendo

Dispiace dirlo, ma troppo spesso abbiamo sentito queste parole. O parole simili.

E’ chiaro che, dopo queste frasi, è poco probabile che si prenda il lavoro; quantomeno perché chi si ha davanti non sta riconoscendo nessun valore al nostro lavoro.

Enrico, Ma tutto questo pippotto perchè?

Semplice.

Perché se il prezzo di mercato MEDIO di quell’attività è di circa 250/300 euro, diventa veramente improbabile che il committente accetti di pagare 1500 € per lo stesso “pezzo di carta” anche se, nel tuo caso, deriva da una diagnosi strumentale.

E la motivazione è che l’Attestato, per il committente, rappresenta purtroppo solo un pezzo di carta necessario al suo scopo.

In questo caso, per poter fare un preventivo che sia efficace, dovrai accertarti del prezzo di mercato MEDIO dell’attività da svolgere, e posizionarti all’interno del range di appartenenza dove ritieni che sia sufficientemente remunerativo per l’attività.

Esempio numerico:

Se per gli APE (parliamo sempre di immobili standard senza particolari complessità) nella tua zona, il range di mercato relativamente all’onorario richiesto dai colleghi va da 40€ a 400€, potrai posizionarti all’interno di questo range, alla soglia minima oltre la quale non intendi fare il lavoro.

Se, quindi, per te un importo sufficiente per giustificare il lavoro è 250 €, vorrà dire che questo sarà il tuo preventivo, sotto la quale decidi (fin da subito) di non scendere.

E se il cliente propone 200 €?

Rifiuti.

Saranno solo 50 euro di differenza, ma ricordati che hai scelto la soglia minima sotto la quale non fare quella prestazione.

Diversamente, se accetterai questo compromesso, la volta successiva sarai disposto ad accettare anche 150, perché in fondo “sono solo 50 euro in meno della volta precedente“.

Comincia pensando alla fine.

E sii coerente (aggiungo io).

Tecnica #3 – Ingegnere: Come Fare un Preventivo – Guarda Chi Hai Davanti

La tecnica numero 3 è una tecnica poco ortodossa.

Forse ai limiti della sensatezza.

Ma vi assicuro che spesso funziona.

L’iter da seguire è questo.

  • Stima quale sia l’onorario giusto, secondo te, per l’esecuzione dell’attività professionale richiesta.
  • Prima di preparare il preventivo, pensa la persona che lo riceverà.
  • Analizzala. Cerca di capire se, dai vostri incontri preliminari, sono emersi elementi indicativi che possano guidarti.

Spesso emergono indizi interessanti che ti potranno permettere di fare un preventivo leggermente più comodo rispetto al minimo che saresti disposto ad accettare. Ad esempio ti dice che non chiederà altri preventivi perché non ha tempo.

Se invece qualcuno si lascia sfuggire frasi del tipo “tizio non l’ho pagato perchè … caio non l’ho pagato perchè …

Ecco, in questo caso, oltre a chiedere qualcosa in più, puoi (anzi, devi!) scegliere di farti pagare 100% in acconto, prima di iniziare, così da non rimanere “fregato”.

Tecnica #4 – Ingegnere: Come Fare un Preventivo – Calcola la Parcella

Ingegnere Come Fare un Preventivo - calcolo parcella

Questo è il “metodo tradizionale“.

Si può usare sempre.

Se decidi di usare questa tecnica, però, non puoi tornare indietro.

Scoprirai che, per tutti i lavori che avrai fatto, ti sei fatto pagare moooooolto meno di quanto avresti dovuto.

Che poi … si traduce con il fatto che puoi anche usarla quanto vuoi, ma diventerà difficile (in tanti casi, non sempre) che il preventivo venga accettato.

A tuo rischio e pericolo.

Tecnica #5 – Ingegnere: Come Fare un Preventivo – Bonus. Lascia o Raddoppia.

Ingegnere Come Fare un Preventivo - lascia o raddoppia

La tecnica del “lascia o raddoppia” è semplice.

Pensa all’importo minimo che sei disposto ad accettare per quel lavoro.

Fatto? Bene.

Raddoppialo.

Ecco, questo è l’importo giusto.

Se non accetta … lascia il lavoro.

Per chiudere… un bonus!

Vi svelo un segreto.

Alcune tecniche, sono meno serie di altre.

Che non significa che io non le abbia usate, in qualche circostanza.

Un ultimo consiglio: in base al cliente, non dimentica l’addizionale “pinza“.

L’addizionale “pinza” è quella somma da aggiungere ai preventivi di quei clienti che si sono dimostrati già particolarmente “rompi@@”.

Fatti del bene .. non dimenticare l’addizionale “pinza”.

Già rimpiangerai di aver preso il lavoro, almeno fatti pagare qualcosa in più!

Fatturazione Elettronica Forfettari

Dal primo luglio 2022 entra in vigore l’obbligo anche per i Professionisti in Regime Forfettario di emettere le fatture in formato elettronico, in sostituzione a quello cartaceo. E’ necessario dotarsi di un software: vediamo alcune soluzioni disponibili sul mercato.

Fatturazione Elettronica Forfettari. Dal primo di luglio del 2022 sarà obbligatorio anche per i professionisti tecnici (ingegneri, geometri, architetti, periti, ecc…) arriva l’obbligo di emettere le fatture in formato elettronico.

Vediamo alcuni consigli su come prepararsi, e quali software possiamo valutare per l’emissione delle nostre fatture elettroniche da professionisti smart.

Prima di vedere i software, esiste un caso di esclusione che possiamo e dobbiamo considerare.

Obbligo di Fatturazione Elettronica per i Professionisti Forfettari: Esclusi fino al dicembre 2023 se i compensi sono inferiori a 25 mila euro

Esatto, hai letto bene.

L’obbligo di fatturazione elettronica che impone anche ai professionisti in regime forfettario di ricorrere alla fatturazione elettronica alcuni casi di esclusione.

Quello maggiormente degno di nota per la nostra categoria è questo:

Sono esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2023 tutti i forfettari (tecnici, ingeneri, architetti, geometri, periti, ecc…) che non arrivano ad un ricavo annuo di 25000 euro.

Come puoi calcolare il tuo ricavo annuo?

Semplice, ecco lo strumento che puoi utilizzare. Lo trovi in calce a questo articolo

Foglio di Calcolo Ingegneri Architetti Geometri Periti per Regime Forfettario

Per fare un calcolo molto veloce (e un po’ impreciso):

Se sei nel regime forfettario del 15%, ti ricorderai che quella percentuale di imposta sostitutiva è calcolata sul 78% del fatturato (tradotto: lo stato assume che tu abbia avuto il 22% di spese); allora possiamo calcolare quanto sarà il fatturato massimo, procedendo a ritroso.

25.000 € / 0,78 = 32058,28 €

Se il tuo fatturato imponibile annuo (quindi esclusa percentuale cassa. per noi ingegneri è il 4% che aggiungiamo all’imponibile), è inferiore a 32058, allora non hai l’obbligo.

In realtà il calcolo non è preciso, perchè si possono dedurre anche le spese sostenute per la cassa previdenziale.

Se utilizzi quel foglio di calcolo linkato sopra, otterrai facilmente il risultato.

Attenzione: se fatturi meno di 32k, non hai l’obbligo, ma non significa che tu non possa aderire comunque alla fatturazione elettronica.

Per tanti aspetti, la fatturazione elettronica rende molto ordinata la contabilità di un professionista (che spesso la mette in secondo piano e non la tiene in ordine), grazie anche ai software che sono nati che permettono delle visioni panoramiche di fatturato e costi che sono molto utili; per molti aspetti, però, rimpiango il cartaceo 🥲

La tecnologia avanza; la tecnologia è nostra amica.

Noi siamo smart, quindi direi che possiamo passare a visionare quali software di fatturazione elettronica possiamo scegliere sul panorama nazionale.

  • Fatture in Cloud
  • WebFatt
  • Fattura24
  • Aruba Fatturazione Elettronica
  • FreeInvoice
  • Fatturapro.click

Fatture in Cloud: il primogenito della fatturazione in cloud

Fatture in Cloud penso che non abbia bisogno di tante presentazioni.

E’, probabilmente, il primo software nato per la fatturazione in cloud; se ci pensate ha fatto da precursore in un mondo dove avere la contabilità online spaventava tanto.

L’ho provato personalmente negli anni, e ad oggi rappresenta ancora lo stato dell’arte.

Vediamo i punti di forza di Fatture in Cloud:

E’ un software maturo. E’ nato da tanti anni, ed è molto stabile. La sua longevità ha permesso al team di sviluppo (il software era nato da un ragazzo universitario, che poi ha fatto un’exit a favore degli attuali proprietari) di integrare tante funzioni nel tempo.

E’ un software con pacchetti di acquisto modulari. Non tutte le funzioni sono utili ai tecnici professionisti forfettari; la possibilità di scegliere i vari pacchetti in base alle proprie esigenze lo rende comunque molto versatile. Per fare un esempio pratico: se sei un libero professionita, probabilmente delle funzioni “Magazzino”, “DDT”, “Ordini” e probabilmente anche “Prima nota” non ti servono a nulla.

Possibilità di creare centri di costo/ricavo. Questa funzione è molto utile quando vuoi tenere traccia di alcuni aspetti, come ricondurre tutti i costi e i ricavi ad un unico lavoro.

Condivisione con il tuo commercialista. Lo so, la maggior parte dei commercialisti faranno di tutto per farti cambiare software; la motivazione è che loro vorrebbero che tu usassi il loro software, in modo da avere la contabilità già pronta. Certo, sarebbe un vantaggio per tutti, se solo il loro software fosse decente.

fatturazione elettronica forfettari 2022 software fatture in cloud prezzi

Punti a suo sfavore:

Non è un software di contabilità che può usare il commercialista. Se da una parte è vero che puoi condividere l’accesso con il tuo commercialista, il fatto che il tuo consulente fiscale usi un altro software è un punto di debolezza. Vedremo che questa debolezza è in comune a quasi tutti i software . Per ovviare a questo, si dovrebbero utilizzare soluzioni più care e complesse come FatturaSmart e simili.

E’ leggermente più caro degli altri. E’ nato prima degli altri, e ha rappresentato sempre il punto di riferimento per la fatturazione online. Oggi si può permettere, anche vista la sua stabilità e le sue tante funzioni introdotte in anni di sviluppo, di poter chiedere qualche euro/mese in più rispetto alla concorrenza. Ma non preoccupatevi, siamo sempre sull’ordine delle poche decide di euro all’anno.

WebFatt: Gestisci velocemente la tua azienda ovunque ti trovi

Il loro claim parla chiaro, ma non fornisce nessun valido elemento di vantaggio rispetto ai concorrenti. Personalmente, avrei scelto un claim che permettesse di distinguersi meglio dalla massa di software per la fatturazione elettronica.

Ho provato personalmente anche WebFatt e tutto sommato l’ho trovato un software adatto all’esigenza di un professionista forfettario smart.

Le funzioni sono simili a tutti i software di gestione aziendale e fatturazione in cloud, niente di particolare da segnalare per un professionista forfettario che deve scegliere un software.

Per la fatturazione elettronica, dovrete partire dal primo pacchetto a pagamento, perchè quello gratuito non la permette.

Vediamo i punti di forza di WebFatt:

Un suo punto di forza è certamente il prezzo: a parità di funzioni, costa circa un terzo rispetto a fattureincloud. Le funzioni base sono disponibili anche gratuitamente, e il primo pacchetto a pagamento parte da soli 3 euro mensili.

Anzianità. Anche WebFatt è una webapp che ormai è presente sul mercato da anni. Pertanto ci si aspetta stabilità, e tutta una serie di bug già risolti tipici dei software appena nati.

Fatturazione elettronica: emissione, ricezione, firma e conservazione sostitutiva: come Fattureincloud, gestisce non solo l’emissione e la ricezione della fatturazione elettronica, ma anche la firma e la conservazione sostitutiva. Lo so, sembra banale ma non tutti i software lo fanno. Per la conservazione sostitutiva, io mi affido comunque al servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate.

fatturazione elettronica forfettari 2022 software webfatt prezzi

Punti a suo sfavore:

Non è un software di contabilità che può usare il commercialista. Come il precedente, anche WebFatt non nasce come software di contabilità per il professionista fiscale. Per i forfettari è una mancanza da poco, perché la contabilità è veramente semplificata.

La versione economica gestisce un numero di documenti forse troppo basso. E’ una strategia di pricing, fino a qui ci arrivo. Tuttavia 100 documenti annui potrebbero non essere sufficienti anche se sei un piccolo professionista. I professionisti forfettari si possono trovare, spesso, ad effettuare un alto numero di fatture a basso valore specifico. Mi vengono in mente chi lavora solo con le agenzie immobiliari per gli Attestati di Prestazione Energetica, ecc… che emettono tante fatture da poche centinaia di euro (a volte anche solo qualche decina). E a fronte di un basso fatturato, hanno un numero di documenti alti.

Fattura24 è il gestionale semplice per le piccole medie imprese e i liberi professionisti

Il loro slogan cerca di posizionarli verso quel target medio-piccolo che ha la necessità di un software semplice per la gestione della contabilità.

Se gli altri due software precedenti li ho provati nei vari anni di attività, Fattura24 è quello che sto testando attualmente.

Mi trovo abbastanza bene; per quel che mi serve, non fa nulla di più nè di meno rispetto agli altri due sopra menzionati.

I suoi punti di forza:

Buona offerta in rapporto al numero di documenti da gestire. E’ l’elemento che mi ha fatto pendere, quest’anno, verso Fattura24. Non sapendo quanti documenti gestirò durante il corso dell’anno (fatture in ingresso e in uscita).

Longevità. Fattura24 è forse il secondo software posizionato sul mercato della fatturazione online dopo fattureincloud.

Versione Aggiornata. Oggi nella sua versione V3 offre una velocità e una user experience che, personalmente, preferisco rispetto anche agli altri che ho provato.

API e Integrazione Pagamenti e altri software. Trovo molto interessante e utile alle nuove opportunità, la possibilità che offre di integrarsi tramite API predisposto ad altri servizi, come i vari software per l’ecommerce (prestashop, woocommerce, magento, scontrino.com, ecc…) , o sistemi di pagamento (Paypal, S€pa, SumUp). E’, certamente, una sezione da esplorare.

fatturazione elettronica forfettari 2022 software fattura24 prezzi

Punti a suo sfavore:

Non è un software di contabilità che può usare il commercialista. Come i precedent, anche Fattura24 non nasce come software di contabilità per il professionista fiscale. Come abbiamo detto prima, per i professionisti in regime forfettario è una mancanza trascurabile.

Aruba Fatturazione Elettronica

Seppur sia arrivata un po’ più tardi rispetto alla concorrenza, la soluzione per la fatturazione elettronica che ha prodotto Aruba non è niente male.

L’ho utilizzato per i primi anni di UrbisMap (la nostra startup di gestione dei dati territoriali), e mi ci sono trovato molto bene. Oggi utilizziamo un altro software integrato con quello della contabilità che utilizza il commercialista, perché per una società di capitali può essere un bel valore aggiunto.

Ma per un professionista forfettario, si tratta di una buona soluzione.

Vi dico la verità: inizialmente ero molto scettico. Aruba spesso è sinonimo di grande qualità nel servizio; altre volte è sinonimo dell’opposto, ovvero un servizio pessimo. In questo caso, si tratta di un ottimo servizio che mi sento di consigliare.

I suoi punti di forza:

Ottima offerta senza limiti al numero di documenti da gestire. Oggi si prone nel panorama dei software per la fatturazione elettronica con un prezzo aggressivo, 24 €/anno, a prescindere dal numero di fatture. Sono due euro al mese, ma per un numero illimitato di fatture; se confrontato con i concorrenti, alcuni di loro li chiedono mensili per la stessa quantità. Appena uscito, costava circa la metà (probabilmente perchè era acerbo e aveva la metà delle funzioni 😁)

Nella ricerca clienti, è collegato automaticamente al database dei codici della Pubblica Amministrazione: questo aspetto, se lavori con la PA, velocizza tanto la ricerca del codice ufficio anche con l’inserimento della denominazione)

E’ in costante evoluzione e miglioramento: hanno da poco inserito nella dashboard alcuni grafici che ti mostrano l’andamento trimestrale con un paragone di default all’anno precedente. Molto utile per capire come stai andando rispetto all’anno precedente.

fatturazione elettronica forfettari 2022 software aruba grafici

Punti a suo sfavore:

Non è un software di contabilità che può usare il commercialista. Come i precedenti, anche Aruba non nasce come software di contabilità per il professionista fiscale. Come abbiamo detto prima, per i professionisti in regime forfettario è una mancanza trascurabile. Tuttavia, come i precedenti, si ha la possibilità di far accedere il consulente fiscale come delegato che può visionare/prelevare quanto gli serve.

E’ Aruba, nel bene e nel male.

Altri software per la fatturazione elettronica valutati che si possono consigliare?

Sono tanti i software presenti sul mercato, e se non sono presenti in questa lista non significa che non siano validi.

Tra i tanti che ho provato e mi sento di poter consigliare, troviamo anche FreeInvoice e FatturaPro.click

Si tratta di due ottime soluzioni, dai costi sostenibili e molto simili ai concorrenti.

L’unico consiglio che mi sento di darvi è quello di provare qualcuno dei servizi elencati (o anche non elencati in questo articolo, ma che vi convincono), e poi scegliete.

Ciò che può andare bene a me, in termini di grafica/usabilità/esigenze, può non andare bene per voi.

Quindi, colleghi smart, sperimentate e siate curiosi.

Se invece non avete tempo di provare, sceglietene uno: sono tutti validi!

Come Trovare Dati Catastali Online Gratis – UrbisMap

Trovare i Dati Catastali Online di un Immobile, in modo gratuito, è facile e possibile, grazie ad UrbisMap.

Trovare i Dati Catastali Online Gratis è Semplice, Se Sai Come Farlo

UrbisMapper

Trovare i Dati Catastali Online di un Immobile, in modo gratuito, è facile e possibile.

Oggi vi mostro come sia possibile trovare i dati catastali online, gratis, di un immobile sia esso un fabbricato o un terreno.

Lo faremo usando la webapp UrbisMap, di nostra creazione.

UrbisMap nasce dall’esigenza di trovare tutte le informazioni territoriali, urbanistiche, paesaggistiche e catastali, in un unico luogo e in modo semplice, veloce ed efficace.

Oggi vediamo quanto è semplice recuperare i dati catastali online direttamente dalla mappa di UrbisMap, posizionandoci sul terreno o fabbricato desiderati.

UrbisMap, dopo che lo provi non potrai farne più a meno.

Lo so, sono di parte nello scrivere questo articolo.

UrbisMap è la webapp di nostra creazione, nata da qualche anno, e sulla quale abbiamo l’ambizione di voler pubblicare tutte le informazioni urbanistiche, paesaggistiche, catastali e territoriali in genere.

Un unico luogo dove trovare l’informazione territoriale desiderata, e che sia di facile consultazione per tutti, anche i non tecnici, in modo semplice, veloce ed efficace.

ATTENZIONE: UrbisMap crea dipendenza. Dopo che lo provi, sarà difficile smettere di usarlo!

Tecnico Smart

Ma torniamo alla possibilità di trovare i dati catastali online gratis, sia di un immobile che di un fabbricato.

Per trovare i dati castali online, sarà sufficiente andare su www.UrbisMap.com

urbismap trovare i dati catastali online gratis immobile fabbricato - accesso
UrbisMap – Schermata iniziale all’accesso al sito

UrbisMap, come vedete dallo screenshot, ci presenta subito la possibilità di registrarci, o fare il login in caso fossimo già registrati, oppure bypassare questa schermata e andare direttamente alla mappa.

Per poter vedere i dati catastali online gratis di qualunque terreno o fabbricato di tutta Italia, è necessario essere registrati.

Non preoccupatevi, la registrazione su UrbisMap è gratuita.

La registrazione in UrbisMap è molto semplice, e non ci perdiamo tanto tempo:

  1. Clicca su Registrati
  2. Inserisci i dati richiesti. E’ necessaria una email valida e funzionante, dove riceverai il link di attivazione
  3. I dati obbligatori sono:
    • Nome utente (Personalmente, vi consiglio di utilizzare l’email stessa come nome utente, così da non dover impazzire nel recuperare il nome utente in caso di smarrimento.)
    • email
    • password
    • conferma password
  4. Una volta compilati i campi necessari, clicca su Registrati
  5. Riceverai un’email all’indirizzo indicato con un link per l’attivazione.
  6. Clicca sul link, e completa il Login al sito.
  7. Complimenti, ora sei un utente registrato in UrbisMap

1 – Scegliere l’immobile (fabbricato o terreno) di cui vogliamo avere i dati catastali

Una volta effettuato il Login su UrbisMap possiamo procedere in due modi distinti:

1.1 – Ricerca dell’immobile dalla mappa

Ricercare l’immobile tramite la mappa è molto semplice.

Tramite l’ausilio della rotella del mouse possiamo effettuare lo zoom, e tramite il tasto sinistro del mouse (tenuto premuto), possiamo spostarci agilmente sulla mappa proprio come se stessimo navigando su Google Maps.

Sai navigare nella mappa di Google Maps? Perfetto, allora sai navigare nella mappa di UrbisMap.

1.2 – Ricerca tramite indirizzo e numero civico

Un altro modo per poter trovare l’immobile, sia esso un terreno o un fabbricato, è quello di procedere tramite la barra di ricerca alla ricerca per indirizzo.

Sarà sufficiente inserire la via, il civico (se lo abbiamo) e il nome del comune, e UrbisMap ci porterà direttamente sul punto di nostro interesse.

2 – Cliccare sull’immobile (fabbricato o terreno) di cui vogliamo avere i dati catastali

Il passaggio successivo è molto semplice.

Trovato l’immobile di cui desideriamo conoscere i dati catastali, sia esso un terreno o un fabbricato, non ci resterà che effettuare un click con il testo sinistro del mouse sopra di esso.

Nella barra laterale aperta sulla destra dello schermo, appariranno i dati catastali online, gratis, del terreno o del fabbricato su cui abbiamo cliccato.

Facile, no?

I dati catastali online che leggiamo sono presi in tempo reale dall’Agenzia delle Entrate, quindi sempre aggiornati.

E se Volessi Acquistare la Visura Catastale?

Grazie ad UrbisMap, una volta che conosciamo i dati catastali online gratis dell’immobile che ci interessa, sarà sufficiente cliccare sul bottone arancione sottostante per iniziare la procedura di acquisto della visura catastale online tramite UrbisMap.

dati catastali online gratis urbismap acquisto visura
Per procedere all’acquisto della visura … indovina un po’? … clicca su “Acquista Visura”!

Una volta cliccato su Acquista Visura“, UrbisMap ci porterà in un’altra tab della barra sulla destra dove perfezionare il pagamento con PayPal ed inviare la richiesta di visura catastale online per i dati richiesti.

Attenzione, per procedere all’acquisto della visura catastale online su UrbisMap è necessario e obbligatorio prima compilare i dati di fatturazione.

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Inarcassa Quanto si Paga?

Inarcassa – Quanto si Paga? Inarcassa. Questo sconosciuto. Vediamo quanto si paga

Andare in pensione a sessantacinque anni è ridicolo.

A sessantacinque anni, avevo ancora i brufoli.

Mr. Burns

Inarcassa. Questo sconosiuto.

Parlare di Inarcassa equivale, spesso e in modo troppo semplicistico, a parlare di pensione.

Parlare di Inarcassa ad un Ingegnere o un Architetto è come parlargli dell’aldilà: qualcuno pensa che esista un dopo, qualcun altro no. Chi c’è arrivato non s’è più visto per raccontare come sia.

Oggi non parleremo di pensione, ma parliamo di come comportarsi “bene” nell’aldiqua per avere un aldilà felice.

Tradotto:

Inarcassa Quanto si paga ?

Esatto, per Ingeneri e Architetti esiste l’obbligo di iscrizione ad Inarcassa quando viene aperta la partita iva da libero professionista e in assenza di altra posizione contributiva, che prevede dei versamenti annuali che saranno “restituiti” sotto forma pensionistica (o di assistenza durante le difficoltà nel periodo lavativo, come la malattia, l’infortunio, ecc…).

Vediamo quali sono le tipologie di contributi obbligatori da versare ogni anno ad Inarcassa, e a quanto ammontano.

  • Contributo Soggettivo (obbligatorio)
  • Contributo Oggettivo (obbligatorio)
  • Contributo Maternità/Paternità (obbligatorio)
  • Contributo Soggettivo Facoltativo (non obbligatorio, ovviamente)
inarcassa-quanto-si-paga-anziano-cantiere
Direttore dei Lavori

Contributo Soggettivo Inarcassa

Il contributo soggettivo di Inarcassa è obbligatorio.

Si calcola in percentuale sul reddito netto dichiarato durante l’anno solare.

La percentuale da corrispondere sul reddito netto è pari al 14,5% sino a 125 mila euro, per l’anno 2020.

E’ previsto anche un minimo: ovvero se si è fatturato troppo poco, esiste sempre una quota minima da versare, che varia di anno in anno in base all’indice ISTAT, e che per l’anno 2021 è pari a 2360 €

Se 2360 € è il minimo da versare, e la percentuale sul reddito è del 14,5%, possiamo anche sapere qual è la quota minima sotto la quale il contributo soggettivo minimo di inarcassa da versare (pari a 2360 €) inciderà maggiormente sul nostro reddito netto.

Per trovare questo numero, sarà sufficiente dividere 2360 € per la percentuale del 14,5%

2360 € / 0,145 = 16275,86 €

Pertanto, se abbiamo un reddito netto inferiore a 16275,85 €, dovremo comunque versare 2360 €, che andranno ad incidere percentualmente in modo maggiore.

Esempio pratico.

Reddito netto pari a 14 000 €.

Contributo Inarcassa Soggettivo da versare14,5% , con un minimo di 2360 €.

Reddito netto per percentuale contributiva = 14000 € * 0,145 = 2030 €

2030 € è inferiore a 2360, quindi si pagherà comunque 2360 €

Se vogliamo calcolare il “peso” percentuale di 2360 € sul reddito netto:

2360 € / 14000 € = 16,86%

Discorso analogo per redditi superiori a 125000 €.

Come abbiamo detto inizialmente, si calcola il 14,5% sino a 125000€.

Pertanto, se abbiamo un buon fatturato tale da avere un reddito netto, per esempio di 150000 €:

Reddito netto pari a 150000 €

Contributo Inarcassa Soggettivo da versare14,5% , da calcolarsi su 125000 €.

Reddito netto per percentuale contributiva = 125000 € * 0,145 = 18125 €

Se vogliamo calcolare il “peso” percentuale di 18125 € sul reddito netto:

18125 € / 150000 € = 12,08%

Si potrebbe dire che per “risparmiare” sul contributo soggettivo, è maggiormente conveinente avere redditi netti superiori a 125 000 €.

Per fare le valutazioni corrette e finanziariamente complete, si dovrà però andare a soppesare il tutto con le percentuali di tassazione che salgono al salire del reddito.

Ma oggi parliamo solo di Inarcassa, e di quanto si paga.

Ricordiamo, però, che il contributo soggettivo è interamente deducibile.

Contributo Integrativo Inarcassa

Il contributo integrativo di Inarcassa va ad integrare, come dice il nome stesso, l’aliquota sopra indicata.

Si calcola in percentuale sul fatturato, pari al 4%.

Si tratta di quella percentuale che viene aggiunta al preventivo che fate al vostro committente.

Quanto costa questo lavoro?

1000 € + cassa + iva (nei regimi non esenti)

Ovvero, 1000 € + 4% = 1040 €

Questi 40€ sono il contributo integrativo.

Si applica a tutte le fatture, anche a quelle tra professionisti; i più anziani si ricorderanno che tempo addietro (fino al 2012) si applicava a tutte le fatture, nella misura del 2% (oggi 4%), ad eccezione delle fatture emesse verso ingegneri o architetti.

Anche sul contributo soggettivo è previsto un minimo da versare indipendentemente dal volume d’affari; tale minimo varia di anno in anno in base all’indice ISTAT e per l’anno 2021 è pari a 705 €.

Quindi, il totale da versare come contributo integrativo sarà pari al 4% del volume d’affari, con un minimo di 705 €.

Contributo Maternità/Paternità Inarcassa

E’ un contributo dovuto da tutti gli iscritti per le indennità di maternità e, dal 2018, anche per l’indennità di paternità.

E’ un contributo piccolo, ma tanto importante.

Si tratta di un contributo che per l’anno 2021 è pari a 53 €.

Praticamente niente, in confronto all’importanza che ha nel garantire le indennità di maternità e paternità.

inarcassa quanto si paga contributo soggettivo volontario

Contributo Soggettivo Inarcassa

Se non ne avete abbastanza; se i contributi da versare vi sono sembrati pochi non preoccupatevi.

Inarcassa vi viene incontro.

La cara e buona Inarcassa vi permette di versare anche un contributo soggettivo facoltativo, da aggiungersi ai precedenti.

E’ lapalissiano, lo dice il nome: è facoltativo.

Non è obbligatorio versare il contributo facoltativo, ma sarà solo una vostra scelta.

Personalmente, non conosco nessuno che l’abbia mai versato. Leggenda narra, che qualcuno da qualche parte nel mondo, esista.

Si può contribuire in modo facoltativo versando una percentuale tra l’1% e l’8,5% sul reddito netto dichiarato.

Se si sceglie di versare il contributo soggettivo facoltativo esiste comunque un minimo da versare pari a 210€ ed un massimo pari a 10.625 €.

Riepilogando: Inarcassa Quanto si Paga?

Contributo Soggettivo: 14,5% del reddito netto, con un minimo di 2360 €, calcolato su un reddito massimo di 125 000 €

Contributo Integrativo: 4% sull’imponibile delle fatture emesse, con un minimo di 705€

Contributo Maternità/Paternità: 53€

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Regime Forfettario – Ma Quanto si Paga d’Imposta?

Da Libero Professionista è importante conoscere da subito quanto si dovrà corrispondere al Fisco per non avere brutte sorprese successivamente.

“Fatturare” non è una pratica del satanismo.

Bart Simpson

E’ importante per chi inizia l’attività professionale o per chi già esercita la professione conoscere quanto pagherà di imposte.

Oggi vediamo l’esempio del regime forfettario, che in Italia abbraccia tanti liberi professionisti giovani e un po’ meno giovani.

La scelta del “regime forfettario” deriva dalla sua semplicità e dalla sua convenienza in termine di tassazione rispetto al regime ordinario.

Prima di vedere i numeri, vediamo

  • Requisiti soggettivi per l’accesso al regime forfettario
  • La tassazione del regime forfettario dei contribuenti minimi
  • I vantaggi nella scelta del regime forfettario per i liberi professionisti tecnici
  • Consigli

Requisiti soggettivi per l’accesso al regime forfettario

Ad oggi, nel 2021, per poter accedere al regime forfettario (dall’anno successivo) è necessaria la verifica di alcune condizioni:

  1. Non aver conseguito ricavi o percepito compensi nell’anno in corso superiori a 65 000 €
  2. Non aver sostenuto spese per il lavoro di terzi (dipendenti e collaboratori) superiori a 20 000 €
  3. Non aver percepito redditi da lavoro dipendente o da pensione superiore a 30 000 €

Alle condizioni di accesso, si aggiungono le condizioni di esclusione. Ovvero, non può accedere al regime forfettario:

  • Chi ha residenza fiscale all’estero (ad eccezione dei residenti in Stati UE che comunque producono il 75% del reddito in Italia)
  • Chi effettua in via esclusiva o prevalente l’attività di cessione di fabbricati, terreni o mezzi di trasporto nuovi
  • Chi effettua attività prevalente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono/erano in essere intercorsi rapporti di lavoro nei due anni precedenti periodi d’imposta o nei confronti di soggetti agli stessi direttamente o indirettamente riconducibili, ad esclusione dei soggetti che iniziano una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni
  • Chi esercita attività di impresa, arti o professioni e, contemporaneamente all’esercizio di attività, partecipazione in società di persone, associazioni o imprese familiari e controllo, diretto o indiretto, di SRL o associazioni in partecipazione, che esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolta dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni

Gli ultimi due punti delle cause di esclusione meritano qualche approfondimento, perchè sono scritte in modo tale da generare una serie di “grigi” nei quali spesso è difficile capire se si ha diritto o no ad accedere al regime forfettario.

E’ escluso chi effettua attività prevalente verso un unico datore di lavoro con i quali erano/sono intercorsi rapporti nei due anni precedenti, ad eccezione del periodo di pratica obbligatoria.

La motivazione di questa limitazione è ovvia: evitare che i rapporti di lavoro stabili si traducano in partite iva fake, con l’unico obiettivo di ridurre il costo del lavoro dipendente.

C’è un “però”: chi effettua il periodo di pratica obbligatoria (i primi che mi vengono in mente sono i geometri e gli avvocati) sono esclusi da questa limitazione.

Pe noialtri professionisti (ingegneri, architetti), non avendo obbligo di periodo di pratica per l’esercizio dell’attività professionale, non rientriamo in questa causa di esclusione.

E’ escluso chi effettua, contemporaneamente, esercizio di impresa riconducibile.

La motivazione di questa norma è palese: evitare la traslazione dei compensi dell’attività di impresa ad un regime di tassazione (forfettario) più vantaggioso.

Questa limitazione c’è però solo per le attività che siano direttamente o indirettamente riconducibili.

Per fare un esempio pratico:

Se io esercito l’attività di libero professionista e voglio aprire una gelateria, posso farlo senza paura di dover uscire dal regime forfettario perchè le attività non sono riconducibili tra di loro.

Se io esercito l’attività professionale e decido di far parte di una società di ingegneria con altri colleghi, dall’anno successivo non potrò più godere del regime forfettario perchè l’attività di impresa a cui partecipo (società di ingegneria) svolge attività direttamente riconducibile all’attività professionale.

Quel che desta più dubbio è la parola “indirettamente”. Non abbiamo elementi per dirimere questi dubbi, se non qualche risposta ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Il consiglio che mi sento di dare è quello di usare due ingredienti fondamentali quando si parla di fisco: onestà e buon senso.

La tassazione del regime forfettario dei contribuenti minimi

L’aliquota prevista per l’imposta del regime forfettario è del 15% (ridotto al 5% per i primi 5 anni di attività).

Per i professionisti, la norma parla di un indice di redditivà del 78%.

Che vuol dire?

Preso il fatturato imponibile dell’anno, si considera che il 22% siano spese sostenute per l’attività professionale, e pertanto dedotte dall’imponibile fatturato, così da portare a tassazione il restante 78%.

‘Spetta … prendiamo un esempio pratico.

Fatturato imponibile dell’anno 2021: 30 000 € (cassa previdenziale esclusa).

30 000 / 100 * 78 = 23 400 €

A questi 23 400 € si applica l’aliquota del 15%

Quindi

23 400 € * 0,15 = 3 510 €

Ecco, 3510 € è quanto si pagherà di imposte l’anno successivo al fatturato.

A voler essere precisi, e noi vogliamo esserlo, si possono dedurre anche i contributi versati nell’anno in corso.

Riprendiamo l’esempio di prima

Fatturato imponibile dell’anno 2021: 30 000 € (cassa previdenziale esclusa).

Contributi versati durante l’anno: 3000 €

(30 000 – 3 000) / 100 * 78 = 21 060 €

A questi 21 060 € si applica l’aliquota del 15%

Quindi

21 060 € * 0,15 = 3 159 €

Ecco, 3159 € è quanto si pagherà di imposte l’anno successivo al fatturato.

Un aspetto importante, da non dimenticare, è che si tratta di una imposta sostitutiva e non di IRPEF. Sarò oggetto di approfondimento in un altro post.

regime forfettario ingegnere
Giovane Ingegnere dopo pochi anni nel regime ordinario

I vantaggi nella scelta del regime forfettario per i liberi professionisti tecnici

I vantaggi nella scelta del regime forfettario per i giovani liberi professionisti o per tutti quelli che fatturano meno di 65 mila euro sono tanti:

  • tassazione ridotta al 15% del 78% (ovvero l’11,7% del fatturato imponibile), contro un’aliquota IRPEF prevista per il regime ordinario che parte dal 23%
  • semplicità nelle gestione contabile e nei flussi di cassa; poichè le fatture sono emesse senza IVA perchè esenti, non si ha l’obbligo di “versare” l’iva a debito ogni trimestre (proprio perchè non c’è iva a debito!)
  • costo per la gestione della contabilità inferiore, vista la semplicità della stessa (i più audaci, procedono in autonomia alla dichiarazione dei redditi).
  • a parità di prestazione con un altro collega, nei rapporti con i privati, il preventivo di un professionista forfettario sarà più economico (non applicando l’IVA); oppure, a parità di importo lordo che il privato dovrà sostenere, il professionista in regime forfettario avrà un maggior guadagno dalla stessa prestazione
  • ci guadagneerete anche in salute. Potrete concentrarvi più sugli aspetti tecnici della libera professione perchè gli aspetti fiscali sono molto semplificati

Ci sono anche alcuni svantaggi

  • il primo è che l’Iva degli acquisti è sempre un costo. Costo che si assorbe in quel 22% derivante dell’indice di redditivà. Oltre l’iva, poichè le spese sono considerate in modo “forfettario” per la tipologia di professione, non potrete “scaricare” nessun tipo di acquisto. Pertanto se avete molti costi da sostenere, potrebbe essere finanziariamente più conveniente un regime ordinario.
  • Non potete godere di deduzioni IRPEF, poichè l’imposta sostitutiva che si paga con il regime forfettario non è IRPEF. Questo si traduce nell’impossibilità di recuperare eventuali interessi passivi del mutuo, di non poter portare in detrazione le spese per i familiari a carico, ecc…
  • Sempre in materia di mancata detrazione IRPEF, poichè l’imposta del regime forfettario è un’imposta sostitutiva e non un’aliquota IRPEF, in casa di ristrutturazioni edilizia o interventi d risparmio energetico, il professionista in regime forfettario non potrà godere del recupero fiscale (che è previsto come detrazione dall’IRPEF).
  • Un altro svantaggio è a livello finanziario: spesso se confrontate i numeri del regime forfettario con il regime ordinario, considerato che lo stesso ha la possibilità di detrarre e dedurre, risulterà economicamente vantaggioso il regime ordinario. Questo tipo di valutazione è, secondo me, troppo sterile perchè non prende in considerazione i costi “nascosti” come il maggior impegno nel seguire la contabilità, i flussi di cassa da programmare per evitare di non riuscire a versare l’iva trimestrale, e tanti altri.
  • l’impossibilità di partecipazione in società di persone o di capitali (in questo caso, con detenzione del controllo); per tutti quei professionisti che hanno anche la vocazione dell’imprenditore, questa è una limitazione da tenere in considerazione.

Conclusione e sintesi

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Foglio per il Calcolo delle Imposte

Ho pensato di creare un foglio di calcolo online (Google Spreadsheet) per semplificare la vita di tutti.

Il foglio è strutturato per una tenuta della contabilità sommaria, e molto semplificata, ma che permetterà ai forfettari di poter seguire durante l’anno l’avanzamento del fatturato, e di tenere sotto controllo quello che sarà il totale delle imposte che si pagherà l’anno successivo.

Compila il form sottostante e riceverai il link al foglio per il calcolo delle imposte con il regime forfettario